A SPASSO TRA CASTELLI E FORTI

PARTENZA: OVADA

Prendere la SP 155 in direzione Silvano D’Orba (passare il ponte sul Torrente Stura)

SILVANO D’ORBA
Comune tel 0143841491 –  www.comunesilvanodorbaal.it  – sildor@libero.it
Piazza Cesare Battisti, 25 – 15060 SILVANO D’ORBA
altitudine sul livello del mare m. 175

Silvano Inferiore è costituito da vecchie case circondate da più moderne costruzioni lungo la Strada Provinciale Ovada-Novi Ligure. La parte alta del paese, Silvano Superiore, è caratterizzata dal Castello Adorno e la Chiesa di S. Pietro Apostolo, antica parrocchiale del paese. La Chiesa di San Sebastiano è l’attuale parrocchia e, non lontano dal centro del paese, isolata su una collina, sorge la chiesetta di San Pancrazio. Il paese è famoso per le due antiche distillerie che producono grappa e per un’importante rassegna a carattere internazionale “Ai bravi Burattinai d’Italia”

Punti di interesse

– Castello Adorno
Eretto nel 1492 dalla Famiglia Adorno, è uno dei più rappresentativi dell’intero Monferrato. Ha una struttura quadrilatera irregolare delimitata da quattro massicce torri angolari.
L’edificio, costruito totalmente in solida pietra squadrata, è coronato da una semplice merlatura sporgente sulle pareti e sostenuta da una serie di piccoli archi.
L’interno è riccamente arredato, possiede raccolte d’arte e cimeli di notevole interesse storico ed artistico.
– Chiesa di San Pietro
Situata a pochi passi dal Castello durante il XV secolo divenne Parrocchiale. Nel corso degli anni vennero fatti alcuni interventi di restauro e nel XVII secolo venne rifatta a nuovo ed ampliata. La sua forma è a croce latina ad una sola campata. L’altare maggiore e la balaustra del presbiterio sono di marmo fine a vari colori, alle estremità trasversali della Chiesa vi sono gli altari della Immacolata e San Giuseppe con la relativa statua a grandezza naturale in stucco. Ai lati della navata vi sono le cappelle della Vergine del S. Rosario, di San Biagio, di San Nicola e del Suffragio con relativi quadri. All’ingresso della Chiesa, sopra la porta, sta un grandioso organo con cantoria ricca di intagli e dorature.
– Il Santuario di San Pancrazio a Silvano d’Orba è posto su una collina immersa nel verde nei pressi del castello dalla quale si può ammirare la valle del Piota, quella dell’Orba e l’Appennino ligure-piemontese
Deviazione visita al piccolo borgo la Pieve di Silvano – Entrando in Silvano d’Orba svoltare a destra alla piccola rotonda e imboccare Via Pieve

Attraversando Silvano d’Orba proseguire in Via Roma e prendere la strada in direzione Gallaretta SP 175 fino a giungere a:

CASTELLETTO D’ORBA
Comune tel 0143830032 –  www.comune.castellettodorba.al.it – castorba@tin.it
Piazza Marconi, 1 – 15060 CASTELLETTO D’ORBA
altitudine sul livello del mare m. 200

Borgo medioevale che risale la collina con stradine tortuose e case in pietra. Al centro del paese si trova il Castello. All’interno del cimitero si trova la chiesetta romanica di Sant’Innocenzo.
Il paese deve la sua notorietà principalmente alle numerose sorgenti di acque medicamentose (minerali, alcune sulfuree), vanta la presenza di un centro sportivo e ricreativo immerso nel verde in località Castelvero ed il parco acquatico Lavagello. Territorio legato alla coltivazione dell’uva e alla produzione di rinomate tipologie di vini a DOC.

Punti di interesse

– Castello
L’edificio ha pianta quadrangolare, privo di torri, con numerose bifore e archi di marmo. Esistente già nel 1168, l’edificio fu distrutto e ricostruito alla metà del cinquecento, con ampio cortile interno rinascimentale interno a triplo loggiato con scala esterna.
– Pieve di Sant’ Innocenzo
Chiesa romanica sita all’interno del cimitero, ha facciata a capanna in pietra e fregi (del VII-VIII secolo), soffitto a capriate con copertura in tegole e all’interno pareti affrescate del XV secolo e un tratto di mura di epoca medievale.
Materiale usato per la costruzione: pietre squadrate, mattoni pieni, pietre grezze, il tutto aggregato con malta. I muri sono a vista , il pavimento all’interno è costituito da lastre di pietra, mentre è in cotto quello dell’abside. La facciata ha due lesene laterali ed una larga sporgenza al centro dove si trova il portale.

Dirigersi verso:

SAN CRISTOFORO

Comune tel 0143682120 –  www.comune.sancristoforo.al.it –  comune.sancristoforo@libero.it
Via Macallè, 1 – 15060 SAN CRISTOFORO
altitudine sul livello del mare m 301

Situato su una importante via di comunicazione che portava all’antica città di Libarna, il borgo sorce intorno ad un torrione di avvistamento che serviva a segnalare coi fuochi gli sbarchi dei Saraceni in collegamento con le torri di Parodi, Albarola e Monte Colma.
La principale attività è la coltura della vite e la produzione di vini Doc e Docg.

Punti di interesse

– Castello Spinola
Costruito nel Medioevo su una preesistente torre di avvistamento di epoca romana conosciuta come “Torre del Gazzolo”, che doveva servire come collegamento per le segnalazioni inviate dal mare attraverso l’Appennino fino alla Pianura Padana. La sua peculiarità è la pianta poligonale. Secondo la leggenda, Napoleone dormì in questo castello durante la Campagna d’Italia, dimenticandovi il cappello.

Continuare lungo la SP 176 e dirigersi verso Gavi.

GAVI

Comune tel 0143642712  – www.comune.gavi.al.it
Via Mameli, 44 – 15066 – GAVI
altitudine sul lovello del mare m. 233

Punti di interesse

– Il Forte
La possente fortezza che oggi possiamo ammirare e’ la conseguenza di una serie di modifiche che l’evoluzione delle armi da guerra e delle conseguenti diverse esigenze di difesa hanno reso necessario nel corso dei secoli.
Data la posizione strategica si suppone l’esistenza di una roccaforte fin dal periodo preromano o più sicuramente romano. Nel periodo medioevale il Forte si presentava come un castello ornato da due torri a pianta trapezoidale e con alte mura che lo rendevano inviolabile dai mezzi di guerra dell’epoca.
Quando, nell’assedio del 1625, l’esercito francese e savoiardo impiegò per la prima volta l’artiglieria si comprese che la struttura del Forte non era più adeguata. I rettori della Repubblica di Genova si convinsero della necessità di irrobustire il castello e per far questo fu incaricato uno dei piu’ grandi esperti di costruzioni militari, il Fiorenzuola. I lavori iniziarono nel 1626 e durarono 4 anni trasformando il castello nell’attuale possente fortezza. Sotto la direzione del Fiorenzuola, che si avvaleva della collaborazione dell’architetto Bartolomeo Bianco, l’originario castello venne abbassato diventando il maschio del forte, furono realizzati, uniformandosi alle linee del terreno, sei inespugnabili bastioni, uniti fra loro da robuste cortine munite da cannoniere. Nella parte bassa sorgeva la cittadella con le camerate, le cucine, le cisterne per l’acqua, le celle per i prigionieri, le scuderie, la Santa Barbara. La Fortezza poteva ospitare una guarnigione che poteva raggiungere i 1000 uomini. Successivamente tra fine ‘600 e inizio ‘700 fu realizzata la fortificazione del Monte Moro. L’ultima battaglia di cui fu teatro il Forte e’ del periodo napoleonico, quando fu l’unico caposaldo francese in Italia a non capitolare agli austro-russi prima della vittoria di Napoleone a Marengo, il 14 giugno 1800. Nella seconda metà dell”800 la fortezza fu disarmata (decreto del 12 novembre 1854) e divenne reclusorio penale, rimanendo tale fino al 1907. Durante le due guerre mondiali fu utilizzata come campo di prigionia. Il Forte di Gavi è, oggi, affidato alla Sovraintendenza dei Beni Architettonici del Piemonte che ne ha curato i numerosi restauri e che continua nella sua opera di ricerca e di recupero.
 Parrocchiale di San Giacomo Maggiore
La Chiesa madre per Gavi era la Pieve di S.Maria sul Lemme, sita sulla strada per San Cristoforo e da molto tempo abbandonata e sconsacrata. Fu costruita prima del 1000, forse sui resti di un preesistente tempio longobardo-bizantino, su una roccia sporgente sul Lemme, a strapiombo sull’ampia ansa creata dal fiume.
Era una chiesa a 3 navate di cui oggi rimane solo la centrale alta e snella con l’abside dai pregevoli archetti pensili e due monofore ben conservate, la facciata e’ a capanna con lesene asimmetriche, all’interno l’abside conserva due affreschi primitivi raffiguranti S. Pietro e S. Paolo.
Dell’attuale parrocchia, la Chiesa di San Giacomo Maggiore, il primo documento che ne conferma l’esistenza è del 15 Agosto 1172, anno in cui gli Alessandrini giurano fedelta’ e vassallaggio al Marchese di Gavi. La facciata è in purissimo stile romanico, intatta come quando la Chiesa fu eretta, in arenaria locale, nella seconda metà del XII secolo, sui resti di un ospizio per i pellegrini in viaggio verso il santuario di San Giacomo di Compostela.
 Palazzi e ville
Nelle vie del centro storico sono numerosi i palazzi signorili gotici e rinascimentali che scoprono continuamente le tracce del passato: qui una colonna e un arco a tutto sesto, là un capitello, poco distante un bel portale rinascimentale, quindi i grandi cortili, i pozzi, le verande, le capaci cantine.
Tra i palazzi, citandone alcuni: Casa Romano, Casa Montaldo, Casa Scribanis poi Ayroli (nel 1520 ospitò Francesco I, re di Francia), Casa Como, Casa Borlasca (nel 1529 ospito’ Carlo V), Palazzo Pinelli poi Serra. Sulle colline le splendide ville rinascimentali, al centro di vaste tenute, sontuose dimore tutte di proprieta’ privata, fra cui la Cheirasca, villa castello edificata nel seicento dalla famiglia Ricchini, la Toledana costruita nel cinquecento dalla famiglia Imperiale, la Centuriona, fatta erigere nel 1556 da Adamo Centurione ambasciatore di Carlo V, le Colombare, complesso architettonico appartenuto agli Spinola, la Giustiniana, antica costruzione rimaneggiata nel settecento da Francesco Maria Brignole, ultimo doge di Genova, e la Lomellina, la splendida villa al centro di una vastissima tenuta (contò fino a 65 cascine) sull’antica strada che dalla Bocchetta portava a Tassarolo e poi a Novi. Nota particolare per la strada Lomellina, bellissima da percorrere, che attraversa, immersa nel verde, luoghi di raro fascino.

Proseguendo lungo la SP 160 dirigersi verso l’abitato di:

VOLTAGGIO

Comune tel 0109601214 –  www.comune.voltaggio.al.it
Piazza Garibaldi, 2 – 15060 VOLTAGGIO
altitudine sul livello del mare m.342

Rinomato centro di villeggiatura dotato di complessi sportivi e ricreativi e raro esempio di conservazione urbanistica: case, palazzi e chiese appaiono ancora nel loro splendore originario, lungo la riva del Lemme.

Punti di interesse

 Convento di San Michele Arcangelo e Pinacoteca dei Padri Cappuccini
All’estremo limite meridionale dell’abitato dopo l’ottocentesco ponte di S. Rocco un breve viale sulla sinistra conduce al convento di S. Michele Arcangelo o dei Cappuccini, edificato al culmine del promontorio della Tenda, dove il percorso della Castagnola declina dolcemente verso il Lemme. L’edificio, costruito nel 1603, ha conservato la tradizione della presenza francescana nel paese sino alla fine degli anni ottanta del Novecento, allorché l’ultimo religioso rimasto nel monastero venne trasferito ad altra sede. L’edificio ospita la prestigiosa Pinacoteca che raccoglie dipinti dei più importanti esponenti della scuola ligure dal XVI al XVIII. Gli Oratori di S.Giovanni Battista, N.S. del Gonfalone e S, Antonio Abate che conservano dipinti di pregio e reliquie.
La Chiesa Parrocchiale che conserva, tra l’altro, un gruppo processionale del Maragliano.
Orario apertura: domenica e festivi dalle 15,30-18,30; agosto aperto anche il sabato (ottobre orario 15-18) biglietto d’ingresso € 3,00 – collezione composta da dipinti di arte sacra custodite nella Chiesa e nel Convento Cappuccino; opere che vanno dal XV al XVIII secolo di autori liguri, piemontesi e lombardi; in via Provinciale 1 – Voltaggio (AL)
Altre opere interessanti: la “Casa Gotica” presso la fonte, l’Oratorio di San Giovanni Battista, la Parrocchiale dei Santi Nazario e Celso

Prendere la SP 165 e dirigersi a Bosio al bivio prendere a destra :
(A sinistra possibile deviazione Parco Capanne di Marcarolo)
Al bivio girare a destra sulla SP 170
Dirigersi verso Bosio (sede del Parco capanne di Marcarolo)
Prima di entrare nell’abitato di Bosio prendere la SP 169 per Parodi Ligure.
Continuare sulla SP 169 attraversando l’abitato di Santo Stefano.
Al bivio girare a sinistra ed imboccare la SP 168

PARODI LIGURE

Comune tel 0143681105 – parodili@tin.it  – www.comune.parodiligure.al.it
Piazza Municipio, 5 – 15060 PARODI LIGURE
altitudine sul livello del mare m.330

Già citato come Palode in un documento del 937 , il borgo sorge in quel territorio chiamato Oltregiogo, adagiato sul crinale di uno sperone roccioso, in posizione di grande interesse in quanto attraversato dalle vie marenghe che collegavano il retroterra al mare e per questo fortemente collegata a Genova che ne influenzò arte e tradizioni.
Tradizionalmente vocato alla coltivazione della vite appartiene sia alla zona del Dolcetto di Ovada che a quella del Cortese di Gavi

Punti di interesse

– La Chiesa Parrocchiale di Parodi per le statue lignee di A. Maragliano gli altari e la cantoria, il palazzo Guarco (sec. XV) appartenuto a Nicolò Guarco Doge di Genova nel 1378, la chiesa parrocchiale di Cadepiaggio per i dipinti del Carlone , la parrocchiale di Tramontana per l’oratorio di S.Giovanni Decollato e le cappelle di S. Vincenzo e S.Rocco. L’abbazia di S. Remigio (sec. XI) , posta al centro dell’omonima valle, protagonista di molte vicende storiche, restaurata recentemente viene attualmente utilizzata come sede di convegni e mostre.
–  Abbazia di San Remigio: fondata nel l’XI sec. per opera dei Benedettini di S. Maria di Castiglione (Parma), ad essi si deve la bonifica della palude che ricopriva la piana di fondovalle, l’edificio fu ampliato nel XVII e nel XIX sec. In forme tardo barocche, era arricchito di pregevoli opere d’arte, tele, sculture, arredi marmorei, oggi visibili nella chiesa di Cadepiaggio. Oggi l’Abbazia, sconsacrata e di proprietà del Comune, viene utilizzata a fini istituzionali e artistico-culturali legati alla valorizzazione del territorio.

Imboccare la SP 168 in direzione dell’abitato di Montaldeo; imboccare la SP 175

Visita al Borgo di:

MONTALDEO

Comune tel 0143849121 –  comunemontaldeo@libero.it –  www.comune.montaldeo.al.it
Via Ambrogio Doria, 93 15060 MONTALDEO
altitudine sul livello del mare m. 332

Piccolo centro agricolo situato tra le colline del Monferrato, in posizione panoramica

Punti di interesse

– Castello Trotti
Imponente castello dalla forma cubica a due piani più un piano superiore di ronda sporgente e quattro torri merlate. Ben conservato ed in posizione dominante, sorge su un basamento fortificato con garitte ed antiche torri, ancora circondato su tre lati dal giardino. La leggenda racconta del fantasma di Cristoforo Trotti, feudatario crudele che nel 1528 fu ucciso insieme alla famiglia. Suggestivi sono i sotterranei del castello dove si trovano le prigioni, con labirinti, scalette, trabocchetti e strumenti di tortura.
Le origini del castello di Montaldeo si perdono nell’epoca aleramica, ma di quel periodo nulla è rimasto a causa delle numerose guerre che hanno sconvolto la zona nel Medioevo. Particolarmente suggestivi sono i suoi sotterranei, accessibili mediante scale segrete ricavate nello spessore dei muri; un vero labirinto che racchiude le antiche prigioni e gli strumenti di tortura. Il castello, secondo la tradizione popolare, è abitato dal diabolico fantasma di Suor Costanza Gentile, amante di Clemente Doria, che l’avrebbe uccisa dopo averla scoperta fra le braccia di un nuovo amante, e conserva una sanguinosa storia di delitti medievali legati alla rivolta popolare per l’abuso dello jus primae noctis.

Prendere la SP 175 in direzione Castelletto d’Orba

Imboccare la SP 155 verso Silvano d’Orba

ARRIVO: OVADA


IAT – Informazione ed Accoglienza Turistica – OVADA

Via Cairoli 107
Tel. 0143 821043
Whatsapp 379 1187215
e-mail: iat@comune.ovada.al.it

ORARIO ESTIVO (da Marzo a Dicembre)
Lunedì CHIUSO
Martedì e Domenica: 9:00-12:00
Da Mercoledì a Sabato: 9:00-12:00 e 15:00-18:00

ORARIO INVERNALE (Gennaio e Febbraio)
Lunedì e Domenica CHIUSO
Martedì: 9:00 -12:00
Da Mercoledì a Sabato: 9:00-12:00 e 15:00-18:00


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