IL PARCO ED I SUOI EROI

Percorso alla scoperta di uno dei Parchi Naturali più belli d’Italia, tra natura, storia ed arte.

PARTENZA: OVADA

Seguire le indicazioni per l’Autostrada; alla rotonda imboccare la SS 456 in direzione Rossiglione
Attraversare l’abitato e dirigersi verso Campoligure (uno dei Borghi più belli d’Italia)
Entrare nel centro del paese (al semaforo a sinistra)

CAMPO LIGURE
Comune: tel 010 921003 info@comune.campo-ligure.ge.it
Il borgo, tra i monti dell’Appennino e il Mar Ligure, distinto dalla torre del castello che spicca tra i tetti, è uno dei borghi più belli d’Italia ed è noto per i suoi artigiani della filigrana

Punti di interesse

– Chiesa Parrocchiale della Natività di Maria Vergine
Nella piazza principale del centro storico, si erge la chiesa, accanto ad una loggia tardo medievale, utilizzata sino a fine Ottocentocome sede del mercato cittadino.
– Oratorio dei Santi Sebastiano e Rocco
Costruito nel 1647 in stile barocco, presenta all’interno, nella parete di destra, un affresco, proveniente dal precedente oratorio quattrocentesco, raffigurante la Deposizione, opera del XV secolo di un pittore itinerante di area piemontese. L’oratorio conserva una statua lignea diSan Sebastiano, opera dei primi anni del XVIII secolodello scultore Nicolò Tassara di Voltri; una pala d’altare della scuola settecentesca di Domenico Piola; una grande tela del pittore campese Santo Leoncini e un affresco, Padre Eterno e angeli, di Gio Andrea Leoncini.
– Oratorio di Nostra Signora Assunta
Situata ai piedi della collina del castello Spinola, è un esempio di Barocco ligure architettonico. La chiesa conserva la statua lignea dell’Assunta opera dello scultore secentesco Ursino de Mari, il gruppo ligneo della Madonna e San Gaetano della scuola genovese del Maragliano, il gruppo del Martirio di Santo Stefano, un pregevole crocifisso di scuola secentesca napoletana.
Oltre il ponte medievale di San Michele sul torrente Stura, dove in passato si riscuoteva il dazio, è ubicata l’antica pieve di San Michele Arcangelo, sorta intorno al VIII secolo e ricostruita a causa di disastrosi eventi alluvionali, nel1939-1941.
Tra gli altri edifici di culto sono da ricordare la chiesa di Santa Maria Maddalena sulla strada provinciale per Genova e l’ex chiesa del convento dei Santi Michele e Cristino
– Il Museo della Filigrana
Oltre agli ancora numerosi artigiani presenti, che spesso affiancano al laboratorio artigianale negozi di grande interesse con l’esposizione della produzione locale, dal 1984 per iniziativa della pubblica amministrazione e l’importante contributo del Commendatore Pietro Carlo Bosio, esperto collezionista, è sorto il Museo della filigrana. Questo Museo affianca ad interessanti esempi della produzione locale, rari capolavori raccolti nei quattro continenti. Nel 2000 il Museo ha accettato la donazione del Commendatore Bosio, a cui è oggi intitolato il Museo, ed ha in programma di diventare un importante punto di riferimento a livello nazionale ed internazionale per tutti gli amanti di quest’arte.
ORARIO DI VISITA
Venerdì 15,30 – 18,00 – Sabato , Domenica 10,30 – 12,00 e 15,30 – 18,00 – Gruppi su prenotazione
Servizio accoglienza: Coop. Fuori Fila: 010 92 00 99 – 010 92 11 66 (stazione fs)

Dopo un centinaio di metri dall’ingresso del paese svoltare a destra in Viale della Repubblica – Imboccare la SP 69 direzione Parco Capanne di Marcarolo (che diventerà SP 165)
Istituito nel 1979 in un’area montana di 82 Kmq posta all’angolo meridionale della Provincia, il parco è a cavallo fra Liguria e Piemonte. Comprende i Comuni di Lerma (sede operativa del Parco) , Tagliolo Monferrato, Casaleggio Boiro, Mornese, Voltaggio, Bosio (sedeamministrativa).
Di qui passavano le “strade del sale” che mettevano in comunicazione la costa ligure con il territorio piemontese e la pianura padana. La sua condizione di isolamento rispetto alle aree limitrofe, interessate dallo sviluppo industriale, ha contribuito a preservarne le bellezze naturali, sia paesaggistiche sia biologiche. Inoltre il Parco ed i comuni limitrofi offrono un ambiente incontaminato e sereno, ricco di storia e cultura, in cui riscoprire il contatto con la natura nella quale si fondono peculiarità montano-continentali, collinari e mediterranee. La cima più alta è il Monte Figne (m. 1172) ma il monte simbolo del Parco, circondato dai profili arrotondati dei monti Colma, Pracaban e Poggio, è il Monte Tobbio (m. 1092) dalla cui cima, nei giorni limpidi e tersi, è possibile ammirare lo spettacolo delle Alpi e addirittura scorgere il profilo della Corsica
Dal punto di vista geologico il Parco è la vera e propria cerniera di congiunzione tra le Alpi e l’Appennino. L’aspetto della vegetazione, alle quote più basse, si presenta con ampie distese di bosco ceduo di rovere, castagno e qualche faggio, le conifere sono frutto di rimboschimenti attuati nel secolo scorso. La flora del Parco è ricca e varia, grazie ad una serie di situazioni climatiche particolari e comprende la rosa di Bertoloni, il tulipano selvatico, le orchidee, la pianta carnivora, la genziana e la profumatissima rosa pendulina. Caprioli, cinghiali, volpi, donnole, faine, tassi, puzzole sono gli animali che si possono incontrare nel Parco; poiane, gheppi e falchi solcano il cielo. Il Biancone (simbolo del Parco) un rapace dall’apertura alare che raggiunge anche i due metri, ogni anno arriva dall’Africa per nidificare. I rettili presenti, base dell’alimentazione dei rapaci, sono la vipera Aspis, il colubro di Esculapio ed il biacco. Molte sono le farfalle tra le quali spicca il macaone. Vi è la possibilità di seguire numerosi itinerari naturalistici, lungo le rive dei Laghi della Lavagnina (bacini artificiali) oppure risalire le pendici del monte Tobbio (1092 m s.l.m.) e affacciarsi una suggestiva finestra spalancata sul mare.
Nel Parco delle Capanne di Marcarolo, in conseguenza dell’alto regime di piovosità e della impermeabilità dei terreni, in passato furono costruite grosse dighe che hanno dato origine ad una serie di laghi artificiali sfruttati ad uso potabile dall’acquedotto di Genova.
I laghi della Lavagnina sono posti nella zona più settentrionale del Parco e sono una classica meta turistica molto interessante non solo per le belle passeggiate sul lungo lago ma anche dal punto di vista geologico e botanico. Tra le immagini di una natura aspra e selvaggia è possibile veder affiorare distese di ciotoli che rappresentano le tracce certe del lavoro di coltivazione delle sabbie aurifere in epoca romana del torrente Gorzente. Nella parte meridionale del Parco si trovano i tre Laghi del Gorzente (Lago Bruno, Lago Lungo e lago Badana). Bacini artificiali costruiti alla fine del secolo scorso per l’approvvigionamento idrico di Genova nelle cui acque si specchia la bellissima Costa Lavezzara, punto panoramico di notevole pregio paesaggistico.

Al bivio girare a Sinistra in direzione Sacrario della Benedicta e continuare lungo la SP 165 in direzione Parco Capanne di Marcarolo.
Seguire le indicazioni per il Sacrario della Benedicta.

SACRARIO DELLA BENEDICTA
Il cascinale della Benedicta rappresenta uno dei luoghi più importanti nella storia della resistenza alessandrina ed italiana. Convento benedettino nel Medioevo, centro della proprietà terriera degli Spinola in età moderna, divenne la sede del comando partigiano della III Brigata Liguria nella primavera del 1944: nell’aprile di quell’anno i nazifascisti attaccarono in forze i partigiani, uccisero decine di ragazzi, ne avviarono centinaia ai campi di concentramento e distrussero il cascinale.
Dopo anni di abbandono i ruderi dell’ex convento benedettino, luogo della strage, sono stati oggetto di opere di restauro e recupero. Nel 2001 è sorta l’Associazione “Memoria della Benedicta” che si propone di costruire, presso i ruderi della Benedicta, un centro di documentazione permanente dedicato all’eccidio e, più in generale, ai temi della guerra e della pace.

Breve storia dell'eccidio

Il 7 aprile 1944 ingenti forze nazifasciste circondarono la Benedicta e le altre cascine dove erano dislocati i partigiani e colpirono duramente i giovani, spesso impossibilitati a difendersi per la mancanza di un adeguato armamento e di esperienza militare. Il rastrellamento proseguì per tutto il giorno e nella notte successiva. Molti partigiani, sfruttando la conoscenza del territorio, riuscirono a filtrare tra le maglie del rastrellamento, ma per centinaia di loro compagni non ci fu scampo.
In diverse fasi i nazifascisti fucilarono 147 partigiani, altri caddero in combattimento; altri partigiani, fatti prigionieri, furono poi fucilati, il 19 maggio, al Passo del Turchino.
Altri 400 partigiani furono catturati e avviati alla deportazione (quasi tutti a Mauthausen), ma 200 di loro riuscirono fortunosamente a fuggire, mentre i loro compagni lasciarono la vita nei campi di concentramento.
Il rastrellamento della Benedicta, che nelle intenzioni dei nazisti e dei fascisti avrebbe dovuto fare terra bruciata intorno alla resistenza, non riuscì tuttavia a piegare lo spirito popolare. Anzi, proprio dalle ceneri della Benedicta il movimento partigiano, dopo aver avviato una riflessione anche spietata sugli errori compiuti, riuscì a riprendere vigore: la divisione “Mingo”, attiva nell’ovadese, ebbe tra i suoi promotori proprio alcuni degli scampati alla Benedicta. Altri partigiani continuarono la loro esperienza in formazioni della Val Borbera e in altre divisioni partigiane dell’appennino alessandrino.
Nel 1996 il Presidente della Repubblica ha conferito alla Provincia di Alessandria la medaglia d’oro al valore militare per l’attività partigiana, con una motivazione che fa espresso riferimento all’eccicio della Benedicta come evento emblematico della Resistenza del nostro territorio.
Tratto da: http://www.benedicta.org

Poco oltre il Sacrario a Destra si trovano le tombe dei Partigiani Caduti e qualche metro più avanti sulla sinistra l’Ecomuseo di Cascina Moglioni.
Il concetto di Parco, soprattutto in Italia, si è storicamente radicato attraverso la contrapposizione, ed oggi il compromesso, tra due concetti fondamentali: il Parco Ottocentesco, visto come grande giardino, ed il Parco Nazionale, istituito negli anni ’20, per la conservazione di flora e fauna senza un eccessivo interesse per le popolazioni residenti e per la loro economia. In Europa molte nazioni, la Francia su tutte, stanno cercando di migliorare tale condizione, attraverso l’istituzione di progetti guida che abbiano come punto di partenza e fine il territorio attorno a cui il Parco nasce. Sicuramente l’idea più funzionale e progettualmente ottimale per un’area protetta che abbia enormi potenzialità e risorse inespresse, è l’Ecomuseo. Tale iniziativa si basa sulla realizzazione di elementi museali mai fini a se stessi e nati allo scopo di essere tappe di un “museo più grande”, il cosiddetto Museo del Territorio. Organizzato a circuiti o percorsi, l’Ecomuseo vive sul positivo impatto che riesce ad avere sulla popolazione residente, accrescendo il benessere economico basandosi sugli aspetti storici e naturalistici esistenti, da recuperare e riscoprire.
Tratto da http://www.areeprotetteappenninopiemontese.it/

Info: Aree Protette Appennino Piemontese : Bosio tel. 0143 684777 Lerma tel. 0143 877825 info@areeprotetteappenninopiemontese.it  – http://www.areeprotetteappenninopiemontese.it/

Seguire la SP 165 al bivio prendere la direzione Mornese (a sinistra)

MORNESE

Comune: tel 0143 887858 www.comune.mornese.al.it mornese@libero.it
Via Andrea Doria, 49 15075 MORNESE
altitudine sul livello del mare m. 380

Il paese sorge su di una dolce collina a breve distanza dai boschi e dai vicini torrenti Piota e Gorzente (meta di appassionati alla ricerca dell’oro). Di qui passava La Via del sale tra Liguria e Piemonte.

Breve storia dell'eccidio

– Santuario di Santa Maria Mazzarello
Sorge in frazione Mazzarelli il Santuario dedicato alla nativa del paese Maria Domenica Mazzarello (1837-1887) fondatrice nel 1872 della congregazione salesiana femminile delle Figlie di Maria Ausiliatrice, salesiane di Don Bosco.
– Castello D’Oria
Non è di derivazione fortilizia ma è di origine monastica cistercense e fu distrutto dai Genovesi nel 1404; l’edificio attuale risale al 1700 epoca che vide la trasformazione completa in edificio residenziale. Vi si accede tramite una rampa che, attraverso un arco acuto, introduce nella corte dove si affacciano alcuni edifici antichi, tra cui una torretta. La struttura centrale si presenta a corpo unico, alleggerita dal camminamento sottotetto.
– Parrocchiale di San Silvestro
Chiesa parrocchiale seicentesca fu rimaneggiata nel 1812. Pregevole l’altare maggiore del 1738 in marmo di Carrara e la balaustra del presbiterio. Originario è il pergamo in legno pregiato, ottimamente scolpito con baldacchino adorno di statue.

Prendere la Sp 170 in direzione

CASALEGGIO BOIRO

Comune tel 0143 877134 comune.casaleggio@libero.it  www.comunecasaleggioboiro.it
Via Roma, 16 – 15070 CASALEGGIO BOIRO
altitudine sul livello del mare m. 321

Minuscolo paese tra campi coltivati e vigneti il cui nucleo originario è addossato al Castello.
In tempi più recenti l’abitato è andato localizzandosi intorno alla chiesa parrocchiale lungo la strada che da Ovada conduce a Gavi.

Giunti presso l’abitato di Casaleggio Boiro a sinistra deviazione Castello
Proseguire lungo Via del Castello fino ad incontrare una deviazione sulla sinistra con l’Indicazione Castello.

Breve storia dell'eccidio

– Castello
Sorge su uno sperone roccioso un po’ discosto dal paese e vi si accede con una rampa, l’antica via principale verso la Liguria. E’ il maniero più antico della zona, le cui origini risalgono all’anno Mille; ha quattro torri quadrate che superano appena il nucleo centrale; fu ricostruito nel 1500; particolari interessanti sono le bifore con decorazioni a merletto ed il rilievo in pietra sull’architrave d’ingresso. Nel 1967 fu scelto dal regista Sandro Bolchi per le riprese televisive de “I promessi sposi” e da allora è conosciuto come il “castello dell’Innominato”.

LERMA

Comune: tel. 0143 877337 – www.comne.lerma.al.it – info@comune.lerma.al.it
Via Luigi Spinola, 12 – 15070 LERMA
altitudine sul livello del mare m. 290

Splendido paese che domina la valle del torrente Piota. La parte più antica (ricetto) sorge sulla cresta di una collina tufacea e forma quasi un blocco unico con il Castello.

Breve storia dell'eccidio

– Castello Spinola
L’edificio risale al 1184, l’attuale è il prodotto di una ricostruzione del 1499 del complesso precedente. Sorge sulla sommità di uno sperone di roccia e vi si accede attraverso una porta ad arco, mentre anticamente esisteva il ponte levatoio che garantiva sicurezza anche agli abitanti del Ricetto. Sulla piazza antistante il castello si trova una splendida terrazza da cui si gode una vista impagabile su colline e monti del Monferrato
– Parrocchia di San Giovanni
Prospiciente il castello, ha l’abside ricavata da una delle torri della cinta muraria del castello e da piccola chiesa medievale fu arricchita in modo particolare durante il XVII secolo: all’interno sono visibili un bel Crocifisso ligneo di Anton Maria Maragliano ed una Madonna con Bambino di Barnaba da Modena pittore attivo tra il 1361 e il 1383.
Nel 1975 casualmente vi fu scoperto un affresco di scuola genovese del 1608, il Battesimo di Gesù da parte del Battista
– Pieve di San Giovanni Battista
Chiesetta romanica sita all’interno del cimitero, ad una navata con soffitto a capriate. Le pareti laterali sono interrotte da strette finestre, alternate a lesene, all’interno pregevoli e ben conservati affreschi del 1400 (Storie della passione di Cristo)

Poco dopo Mascatagliata svoltare a sinistra in Direzione Gambina / Mongiardino e dirigersi a Tagliolo

TAGLIOLO MONFERRATO

Comune: tel 0143 89171 www.comunetagliolo.it – tagliolo@libero.it
Via Roma, 2 – 15070 TAGLIOLO MONFERRATO
altitudine sul livello del mare m. 315

Il nome deriva da Talliolus, in riferimento al disboscamento e allo sfruttamento del legname, in passato esclusivo materiale da costruzione.
Antico borgo medioevale che sorge intorno al castello, composto da strette viuzze , muri in pietra ed archivolti, con la casa del boia e la Chiesa di S. Maria Annunziata antica parrocchiale.
Ancora visibile è l’edificio della Corte d’appello sede di tribunale durante il XVIII secolo
La chiesa più antica è S. Vito, situata all’interno del cimitero, che fu la prima parrocchia del paese. L’attuale parrocchia è San Nicolò, nella piazza prospiciente il Castello, con un campanile in pietra arenaria lavorato a sbalzo.

Breve storia dell'eccidio

– Castello Pinelli Gentile
Sorge sulla cima di un colle, uno dei più panoramici di tutto l’Alto Monferrato. La costruzione attuale è il frutto di diversi rifacimenti e restauri, soprattutto nel Seicento quando l’edificio militare divenne residenza signorile. Delle parti più antiche (X secolo) restano le caditoie del ponte levatoio e la torre quadrata che era utilizzata per avvistare le invasioni saracene.
L’ ultimo restauro è eseguito intorno alla fine dell’Ottocento dall’Architetto Alfredo D’Andrade
L’interno ospita una biblioteca, la sala d’armi ed una splendida cantina per la vinificazione
– Borgo Medioevale
Antico borgo medioevale che sorge intorno al castello, composto da strette viuzze , muri in pietra ed archivolti, con la casa del boia e la Chiesa di S. Maria Annunziata antica parrocchiale.
Ancora visibile è l’edificio della Corte d’appello sede di tribunale durante il XVIII secolo

ARRIVO: OVADA


IAT – Informazione ed Accoglienza Turistica – OVADA

Via Cairoli 107
Tel. 0143 821043
Whatsapp 379 1187215
e-mail: iat@comune.ovada.al.it

ORARIO ESTIVO (da Marzo a Dicembre)
Lunedì CHIUSO
Martedì e Domenica: 9:00-12:00
Da Mercoledì a Sabato: 9:00-12:00 e 15:00-18:00

ORARIO INVERNALE (Gennaio e Febbraio)
Lunedì e Domenica CHIUSO
Martedì: 9:00 -12:00
Da Mercoledì a Sabato: 9:00-12:00 e 15:00-18:00


Informativa Privacy [Leggi]